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Il libro delinea l'iter creativo-progettuale del Museo Virtuale del Fiordo che descrive la sua storia e gli impianti proto-industriali, qui sorti nell'Ottocento per la produzione della carta. Un discorso, quello qui condotto, che, muovendosi fra le teorizzazioni di Italo Calvino, Umberto Eco e Pierre Levy, lega tra loro spazio della narrazione e spazio virtuale, riscoprendo quel desiderio di affabulazione nascosto nell'animo di ognuno. Così, luoghi del virtuale (raccontato e progettato) e architetture concrete s'intrecciano intimamente, individuando i lineamenti essenziali del Virtual Design, nuova disciplina progettuale per gli architetti.